Home | Galleria | L'artista | Esposizioni | Contatti 


CROSTEESILI SEGNIDIECIMILA PICCOLI MONDIMATITE
BUTTERFLY (far - falle)SQUOSHIL GIARDINO DELL'IMPERMANENZATORRIFLORAS GALLERIA 3D

 

 


 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

 
       

 

 

 

Il nero, il rosso, il bianco
possono essere solo colori...



...un sasso, un pezzo di corteccia, un metallo, una tela…solo materiali… ma, che, affidati all’anima nobile di Simona ecco che prendono forme e disegno e si trasformano in quadri o sculture, capaci di smuovere quel senso crudele dell’essere “prigionieri del nostro non essere”. Diventano agli occhi di chi ha deciso che la “RIVOLUZIONE” vera, è quella di provare a credere in se stesso, la pretestuosità per indicarci che nella vita esiste SEMPRE una speranza, che “l’inferno” non è poi altro che una tappa obbligatoria per arrivare al “paradiso”, che la vita è un percorso non sempre lineare, che la felicità (forse) non è poi altro che trovare noi stessi, se fosse anche per frammenti di tempo. Il rosso della passione, non oscura il bianco della purezza intellettuale, il nero che spesso congiunge gli sfondi altro non è che un ponte che congiunge le diverse emozioni, gli squarci di luce che sembrano minimali sono invece l’universo della libertà che il nostro pensiero può raggiungere.

Simona è Caronte che ci introduce, tramite gli occhi di chi osserva i suoi quadri, la possibilità di guardarsi dentro e capire che il mondo dell’apparire non è che la futilità del non dover pensare, che la globalizzazione altro non è che l’uccidere il senso della propria personalità, che il nostro esistere il più delle volte è solo quello che noi vogliamo fare sembrare agli altri, per non sentirci diversi…dagli altri, senza però essere mai noi stessi! Ecco che le sue opere diventano esempio…sembrano create da chi ha capito questo passaggio, da chi ha visto la luce ed ora vuole che sia riflessa agli altri usando in questo frangente, la forma artistica.

Così, di fronte a tale spregiudicatezza, che ti obbliga ad essere immobile…, a tale forza di pensiero, ci si può ritrovare a fissare queste composizioni di colori e forme senza l’obbligo di capire immagini e tecniche. Ci si immerge in quei neri cupi, metallici, trovandovi poesia e quella forza di persuasione per dire a se stessi…questa è arte! Ma poi con la parte razionale e non emotiva, ci si può ritrovare a dire “questo è il fine intellettuale” è lo cercar di scavare dentro di noi per far affiorare la parte nobile di noi stessi…il poter essere quello che noi in verità siamo

L’ecletticità, la diversità dei lavori altro non è poi, che l’espressione delle molteplici possibilità con cui si può raggiungere “lo scopo”…tutto può servire a infondere quella serenità e convinzione che dentro di noi qualcosa ci rende unici…utili, che il nostro esistere non è solo il respirare ma sentire il cuore che batte che la notte non è solo nero ma può essere quella luna sfrontata che illumina il cielo, che la pioggia non è solo un qualcosa che bagna ma può anche pulire…!

Ora chi guarda lasci fuori dal pensiero se tutto ciò che vedrà è compiacente ai suoi occhi, lasci che le tonalità della vernice si fondano con l’EGO, che la consistenza della materia sia la pietra tombale di quello che gli altri voglion che noi siamo e prendiamo forza per dimostrar…CI che anche noi sappiamo quel che valiamo. Io ho tremato, ho sentito i brividi pervadermi il corpo a tanta violenza di speranza, ho fissato con insistenza e vuoti mentali tanta generosità di speranza, ho visto la vita come possibilità di riscossa alla morte dell’anima.

 

Moreno Malavasi